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Intervista a HUGO RACE


Dopo due album con i romagnoli Sacri Cuori, chi ha suonato con te in questo nuovo disco “The spirit”? C’è qualche collaborazione importante? Come è nato questo disco?
“The Spirit” mi riporta a collaborare con i True Spirit dopo 7 anni, nel 2008 uscì “53rd State”. Sono miei amici e compagni da oltre 20 anni, abbiamo una lunga storia insieme, fatta di segreti e di legami molto profondi, sia umanamente che musicalmente. Ho anche scritto un paio di canzoni col mio amico Don Rogall, un produttore di Berlino con il quale ho già collaborato qualche anno fa nel suo “Electric Circus Sideshow”. I True Spirit comunque sono ormai la mia band, abbiamo registrato il disco in una casa a melbourne che abbiamo trasformato in studio. Le canzoni parlano d’amore e del mistero della vita, e suonano esattamente come volevamo che suonassero, profondamente psichedeliche e “toccate” da così tanti stili musicali che fosse impossibile etichettarle. Il “mood”è fondamentale, e il nostro mood è come i sogni, e pieno di desiderio.

Perché hai deciso di promuovere il disco con un tour in solo? E già che ci siamo, quali sono i pro e i contro di girare da solo senza altri musicisti
Questo tour è praticamente la parte finale del mio tour da solo che è cominciato verso la fine dello scorso anno. Faccio qualche show in Italia, Bulgaria e Macedonia per poi prendermi una vacanza nel luogo che amo di più, la Sicilia. Girare da solo come faccio ora è un modo strano e profondo di incontrare te stesso, e lo trovo di ispirazione per quello che poi scrivo, perché la performance è intima. Da solo sei come nudo sul palco. I momenti più duri sono quelli giù dal palco, quando mi trascino fra aeroporti e backstage. Ma è una vera avventura. No easy ways out!

Hai un rapporto speciale col pubblico italiano, ti sei mai chiesto da dove nasce?
Si, c’è un legame molto forte fra me e il pubblico in Italia. C’è una passione condivisa per le emozioni uniche che la mia musica propone, e c’è qualcosa di mistico in tutto ciò che riguarda l’Italia col quale istintivamente mi connetto. Parlo un po’ di italiano e questo mi fa rompere iol ghiaccio all’inizio di ogni show. E inoltre, ho vissuto per molto tempo in Sicilia, quindi c’è una connessione quasi familiare che unisce i Sepiatone con i Merola Matrix, con i Sacri Cuori e i Fatalists. Tutto questo fa parte dell’Italia, e lo sento scorrere molto profondamente.


A proposito di Sepiatone, e anche di Dirtmusic (progetti paralleli di Hugo, ndr), le tue collaborazioni con Marta Collica e Chris Eckman continueranno? C’è qualche altro artista col quale ti piacerebbe collaborare?
Non so mai cosa succederà nei miei prossimi progetti. Sembra quasi che abbiano una vita loro e io seguo il loro sviluppo piuttosto che fare in modo che le cose succedano. C’è un’evoluzione nei Dirtmusic che è nata dopo i tour degli ultimi anni e credo che potremmo registrare ancora qualcosa con i nostri amici Maliani, ma questa volta probabilmente in Europa. Per quanto riguarda i Sepiatone, amo molto “Echoes on” (l’ultimo album del duo, ndr) ma non c’è un nuovo disco all’orizzonte. Credo che i Sepiatone dovrebbero fare la colonna sonora di un film italiano, dobbiamo solo aspettare il giusto regista!!! Il prossimo progetto sarà un album con il mio side-project belga, i Long Distance Operator. Spero di riuscire a farlo uscire all’inizio del 2016. E spero di collaborare ancora con i Sacri Cuori, in un nuovo disco come Hugo Race Fatalists.


A cura di Michele Faliani

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